I PRIMI TRE GIORNI DELLA MOBILITAZIONE DI INGEGNERIA
Pagina 1 di 1
I PRIMI TRE GIORNI DELLA MOBILITAZIONE DI INGEGNERIA
Negli ultimi tre giorni, a partire dall'assemblea di Mercoledì 15 Ottobre che si è tenuta in Aula 1, la mobilitazione contro la Legge 133 ha mosso i primi passi anche nella facoltà di Ingegneria .
L'assemblea è stata partecipata da studenti, docenti, ricercatori e personale tecnico amministrativo.
Inquadrata nel contesto della recente crisi che ha investito il sistema economico mondiale, sono stati analizzati gli effetti della legge 133 sull'università pubblica ed in particolare sulla nostra facoltà, di una legge che prevede tagli al fondo di finanziamento ordinario di 600 milioni di Euro in cinque anni, il blocco di tutte le assunzioni di ricercatori, ed un turn-over al 20%, con effetti ben immaginabili sulla qualità della didattica e della ricerca.
La gravità della situazione ha portato ad una vastissima partecipazione, tale da rendere impossibile a molti l'accesso all'aula. L'assemblea ha manifestato una viva preoccupazione per la crisi attuale e ha ribadito l'importanza dell'università pubblica come primaria fonte di quel progresso e di quella cultura che sono alla base dello sviluppo del nostro Paese. Vi sono stati numerosi interventi di studenti e professori mirati all'individuazione di un'efficace forma di protesta atta ad impedire l'approvazione di questa legge ritenuta devastante per l'università e per l'intero Paese.
Come immediata forma di protesta e sensibilizzazione nella nostra Città è partito un corteo spontaneo intorno alla facoltà. Il corteo ha bloccato alcune strade anche di grande traffico quali Via Cavour e Via degli Annibaldi ed ha portato i cittadini presenti a prendere atto della situazione.
In seguito al corteo gli studenti si sono riuniti nel chiostro di San Pietro in Vincoli dove hanno deciso di dare vita ad un presidio permanente nel chiostro stesso; sarà questo un luogo di continuo confronto tra gli studenti per individuare iniziative di protesta e sensibilizzazione sulla gravità del problema.
È stato creato un comitato di facoltà composto da studenti, professori e personale tecnico-amministrativo il cui scopo è di sintetizzare le proposte avanzate nel presidio e di confrontarsi con le altre componenti della facoltà ai fini di dare vita ad una mobilitazione concreta per prevenire ciò che questa legge prospetta: il collasso dell'università pubblica e, di conseguenza, di tutto il sistema economico e culturale di questo Paese.
La mobilitazione coinvolge tutte le facoltà della Sapienza, infatti il 16 ottobre si è svolta in città universitaria un’assemblea d’ateneo che ha visto la partecipazione di più di 4000 studenti, appartenenti a tutte le facoltà, uniti nella contestazione alla legge 133, in difesa di un’università pubblica laica e di massa.
Anche gli studenti di Ingegneria dal presidio permanente al chiostro si sono mossi prima verso il biennio poi diretti alla città universitaria, dove hanno riportato la posizione espressa durante l’assemblea del 15 ottobre svoltasi in aula 1.
Durante la mattinata si sono succeduti gli interventi di delegati di tutte le facoltà, sintetizzati nella richiesta al futuro rettore frati di blocco l’Anno accademico, come risposta dell’intero ateneo all’attacco del governo. Frati, “il neomagnifico”, ha dato una risposta di dissenso nei confronti della legge, riportando contrarietà rispetto al processo di trasformazione dell’ università pubblica in fondazione, sottolineando che il privato agisce solo con logiche di profitto, ma in definitiva non ha preso posizione sulle richieste, rimandando la decisione al prossimo Senato Accademico che si terrà martedì 21 ottobre.
Gli studenti hanno quindi deciso di estendere la protesta a tutta la città, ritenendo d’interesse comune il futuro dell’università, hanno iniziato a muoversi in corteo in direzione del Ministero dell’Economia per contestare l’ultimo decreto legge in cui si stabilisce un ulteriore taglio ai finanziamenti pubblici all’università, per il fondo di sostegno alle banche (come se i soldi degli speculatori dovessero essere forniti dal già povero sistema universitario!). La protesta si è poi spostata verso termini, dove sono stati bloccati alcuni binari dei treni come segnale di disagio, per rientrare quindi ognuno nelle proprie facoltà.
Ingegneria è quindi tornata al presidio permanente per avviare le prossime giornate d’informazione e comunicazione.
Ecco il resoconto ufficiale dell'assemblea tenutasi al presidio, del 16 ottobre, che è leggibile anche presso il presidio stesso al Chiostro.
Resoconto assemblea 16/10
Il presidio permanente, ieri 16/10 ha deciso:
1) di partecipare alla manifestazione di venerdì 17 ottobre con le seguenti modalità:
• verrà distribuito un volantino;
• lo stesso volantino verrà letto alle aule nella mattina del 17 in modo di coinvolgere più studenti alla manifestazione;
• ci incontriamo qui davanti alle 9.30 e facciamo una possibile calata dello striscione a via
Cavour.
2) Si proverà a contattare il prof. Scandurra per chiedere la lista dei professori facenti parte del comitato e provare a convocare la riunione oggi pomeriggio con il seguente ordine del giorno.
• convocazione di un'assemblea di facoltà la settimana prossima con il blocco della didattica
(sul modello di quela di mercoledì);
• lezioni informative sulla legge 133 da parte di ogni professore;
• lezioni alternative all'aperto;
3)cercare di contattare e coinvolgere i ricercatori;
4) faremo rassegne stampa della giornata del 16/10;
5) martedì 21/10 si terrà un aperitivo verso le 13:00 al chiostro con l'obbiettivo di informare sulla 133 e allargare la mobilitazione;
6) mercoledì 22/10 il presidio permanente si sposta al biennio. L'idea è organizzare una giornata informativa con volantini , striscioni e aperitivo;
7) come forma di protesta, ci mettiamo dimostrativamente il lutto al braccio, mettendo delle fascette nere sulle maniche contro l'uccisione dell'università pubblica.
In seguito alle discussioni tenutesi presso il presidio permanente installato nel chiostro, Ingegneria in movimento ha individuato come passaggio fondamentale della protesta la giornata di sciopero generale del 17 Ottobre, indetta da Confederazioni ed Organizzazioni sindacali CUB, Confederazione Cobas, SdL Intercategoriale.
La piattaforma comunicata durante il corteo è risultata condivisa da molte delle categorie del pubblico impiego e dalla componente studentesca; i punti fondamentali espressi nella giornata sono stati: forti aumenti generalizzati per salari e pensioni, introduzione di un meccanismo automatico di adeguamento salariale legato agli aumenti dei prezzi e difesa della pensione pubblica - rilancio del ruolo del contratto nazionale come strumento di redistribuzione del reddito - difesa e potenziamento dei servizi pubblici, dei beni comuni, del diritto a prestazioni sanitarie, del diritto alla casa e all'istruzione; abolizione delle leggi Treu e 30 - continuità del reddito e lotta alla precarietà lavorativa e sociale, con forme di reddito legate al diritto alla casa, allo studio, alla formazione e alla mobilità; sicurezza nei luoghi di lavoro e sanzioni penali per chi provoca infortuni gravi o mortali; fermare il razzismo che, oltre a negare diritti uguali e la dignità delle persone, scarica sui migranti la responsabilità dei principali problemi sociali; restituire ai lavoratori il diritto di decidere: no alla pretesa padronale di scegliere le organizzazioni con cui trattare - pari diritti per tutte le organizzazioni dei lavoratori - difesa del diritto di sciopero.
Da tutti gli spezzoni è uscita una chiara posizione di dissenso nei confronti dell’operato dell’attuale governo e dei passati, oltre alla presa di coscienza della necessità di organizzazione tra le varie anime della protesta, lavoratori, precari, studenti.
Il contributo portato dal mondo universitario è risultato di decisiva importanza, dalla mattina le varie facoltà sono state riempite di materiale informativo e circa in 50000 si sono mossi per raggiungere la partenza del corteo in Piazza Esedra, che ha riportato numeri imponenti, 400000 persone hanno invaso Roma per comunicare i contenuti di un movimento sempre più in crescita.
In Via Labicana le studentesse e gli studenti universitari hanno deciso di proseguire fino al Ministero della Pubblica Istruzione per ribadire l’opposizione alla legge 133, il rifiuto di questo modello di distruzione dell’università pubblica, laica e di massa e per far capire che la crisi attuale non sarà pagata con i pochi fondi destinati alla ricerca.
Si sono quindi susseguiti gli interventi delle varie facoltà in mobilitazione, fino a quando il corteo non ha ripreso la marcia verso l’università, per tornare nuovamente nei luoghi quotidiani con assemblee, volantinaggi ed iniziative.
Ecco il resoconto dell'assemblea del 17 al chiostro:
Ordine del Giorno:
1)Argomenti da proporre alla prima riunione del comitato;
2)Costituzione di gruppi di lavoro.
Durante la discussione sono stati proposti dei possibili punti da discutere durante la prima riunione del comitato, che si terrà Lunedì 20 alle 12:00 nella sala del consiglio della presidenza.
Fissare la data per la prossima assemblea, richiedendo il blocco della didattica, sul modello di quella tenuta Mercoledì 15, per discutere anche con i professori le prossime iniziative;
Programmare delle lezioni in luoghi pubblici per attirare l'attenzione mediatica e sensibilizzare l'opinione pubblica;
Chiedere ai professori di dedicare del tempo, durante le lezioni, per spiegare agli studenti le conseguenze della Legge 133;
Scrivere una lettera ai giornali, firmata da studenti e docenti, esponendo i motivi che ci portano a contestare questa Legge, e per attirare l'attenzione su questo problema.
Istituire un calendario di lezioni di recupero per coloro che sono impegnati nella protesta, e comunicarlo a tutti gli studenti della nostra facoltà;
Istituire un tavolo di lavoro per produrre delle proposte alternative alla Legge 133.
Per organizzare meglio il lavoro è stato deciso di creare dei gruppi di lavoro:
Gruppo Creativo/Eventi: che attualmente si occupa dell'organizzazione di un Aperitivo di sensibilizzazione sia qui che al biennio;
Gruppo Rassegna Stampa: che si occupa dei rapporti con i media, e di raccogliere notizie,
Gruppo Informazione: che si occupa di scrivere i resoconto delle giornate e delle assemblee, e della creazione di materiale informativo;
Gruppo Video: che si occuperà di montare tutti i video girati in questi giorni ed in futuro;
Gruppo analisi della Legge 133/Proposte alternative alla riforma.
Chiunque voglia può unirsi ai gruppi aggiungendosi sul Forum (https://ilchiostro.forumattivo.it), direttamente al Presidio al Chiostro di San Pietro in Vincoli, o nei vari momenti di sensibilizzazione che ci saranno nei prossimi giorni.
La protesta non si arresta, costruiamo un largo fronte con le altre categorie in agitazione.
Ergiamoci tutte e tutti in difesa del diritto allo studio, per una università pubblica.
ingegneria in movimento
L'assemblea è stata partecipata da studenti, docenti, ricercatori e personale tecnico amministrativo.
Inquadrata nel contesto della recente crisi che ha investito il sistema economico mondiale, sono stati analizzati gli effetti della legge 133 sull'università pubblica ed in particolare sulla nostra facoltà, di una legge che prevede tagli al fondo di finanziamento ordinario di 600 milioni di Euro in cinque anni, il blocco di tutte le assunzioni di ricercatori, ed un turn-over al 20%, con effetti ben immaginabili sulla qualità della didattica e della ricerca.
La gravità della situazione ha portato ad una vastissima partecipazione, tale da rendere impossibile a molti l'accesso all'aula. L'assemblea ha manifestato una viva preoccupazione per la crisi attuale e ha ribadito l'importanza dell'università pubblica come primaria fonte di quel progresso e di quella cultura che sono alla base dello sviluppo del nostro Paese. Vi sono stati numerosi interventi di studenti e professori mirati all'individuazione di un'efficace forma di protesta atta ad impedire l'approvazione di questa legge ritenuta devastante per l'università e per l'intero Paese.
Come immediata forma di protesta e sensibilizzazione nella nostra Città è partito un corteo spontaneo intorno alla facoltà. Il corteo ha bloccato alcune strade anche di grande traffico quali Via Cavour e Via degli Annibaldi ed ha portato i cittadini presenti a prendere atto della situazione.
In seguito al corteo gli studenti si sono riuniti nel chiostro di San Pietro in Vincoli dove hanno deciso di dare vita ad un presidio permanente nel chiostro stesso; sarà questo un luogo di continuo confronto tra gli studenti per individuare iniziative di protesta e sensibilizzazione sulla gravità del problema.
È stato creato un comitato di facoltà composto da studenti, professori e personale tecnico-amministrativo il cui scopo è di sintetizzare le proposte avanzate nel presidio e di confrontarsi con le altre componenti della facoltà ai fini di dare vita ad una mobilitazione concreta per prevenire ciò che questa legge prospetta: il collasso dell'università pubblica e, di conseguenza, di tutto il sistema economico e culturale di questo Paese.
La mobilitazione coinvolge tutte le facoltà della Sapienza, infatti il 16 ottobre si è svolta in città universitaria un’assemblea d’ateneo che ha visto la partecipazione di più di 4000 studenti, appartenenti a tutte le facoltà, uniti nella contestazione alla legge 133, in difesa di un’università pubblica laica e di massa.
Anche gli studenti di Ingegneria dal presidio permanente al chiostro si sono mossi prima verso il biennio poi diretti alla città universitaria, dove hanno riportato la posizione espressa durante l’assemblea del 15 ottobre svoltasi in aula 1.
Durante la mattinata si sono succeduti gli interventi di delegati di tutte le facoltà, sintetizzati nella richiesta al futuro rettore frati di blocco l’Anno accademico, come risposta dell’intero ateneo all’attacco del governo. Frati, “il neomagnifico”, ha dato una risposta di dissenso nei confronti della legge, riportando contrarietà rispetto al processo di trasformazione dell’ università pubblica in fondazione, sottolineando che il privato agisce solo con logiche di profitto, ma in definitiva non ha preso posizione sulle richieste, rimandando la decisione al prossimo Senato Accademico che si terrà martedì 21 ottobre.
Gli studenti hanno quindi deciso di estendere la protesta a tutta la città, ritenendo d’interesse comune il futuro dell’università, hanno iniziato a muoversi in corteo in direzione del Ministero dell’Economia per contestare l’ultimo decreto legge in cui si stabilisce un ulteriore taglio ai finanziamenti pubblici all’università, per il fondo di sostegno alle banche (come se i soldi degli speculatori dovessero essere forniti dal già povero sistema universitario!). La protesta si è poi spostata verso termini, dove sono stati bloccati alcuni binari dei treni come segnale di disagio, per rientrare quindi ognuno nelle proprie facoltà.
Ingegneria è quindi tornata al presidio permanente per avviare le prossime giornate d’informazione e comunicazione.
Ecco il resoconto ufficiale dell'assemblea tenutasi al presidio, del 16 ottobre, che è leggibile anche presso il presidio stesso al Chiostro.
Resoconto assemblea 16/10
Il presidio permanente, ieri 16/10 ha deciso:
1) di partecipare alla manifestazione di venerdì 17 ottobre con le seguenti modalità:
• verrà distribuito un volantino;
• lo stesso volantino verrà letto alle aule nella mattina del 17 in modo di coinvolgere più studenti alla manifestazione;
• ci incontriamo qui davanti alle 9.30 e facciamo una possibile calata dello striscione a via
Cavour.
2) Si proverà a contattare il prof. Scandurra per chiedere la lista dei professori facenti parte del comitato e provare a convocare la riunione oggi pomeriggio con il seguente ordine del giorno.
• convocazione di un'assemblea di facoltà la settimana prossima con il blocco della didattica
(sul modello di quela di mercoledì);
• lezioni informative sulla legge 133 da parte di ogni professore;
• lezioni alternative all'aperto;
3)cercare di contattare e coinvolgere i ricercatori;
4) faremo rassegne stampa della giornata del 16/10;
5) martedì 21/10 si terrà un aperitivo verso le 13:00 al chiostro con l'obbiettivo di informare sulla 133 e allargare la mobilitazione;
6) mercoledì 22/10 il presidio permanente si sposta al biennio. L'idea è organizzare una giornata informativa con volantini , striscioni e aperitivo;
7) come forma di protesta, ci mettiamo dimostrativamente il lutto al braccio, mettendo delle fascette nere sulle maniche contro l'uccisione dell'università pubblica.
In seguito alle discussioni tenutesi presso il presidio permanente installato nel chiostro, Ingegneria in movimento ha individuato come passaggio fondamentale della protesta la giornata di sciopero generale del 17 Ottobre, indetta da Confederazioni ed Organizzazioni sindacali CUB, Confederazione Cobas, SdL Intercategoriale.
La piattaforma comunicata durante il corteo è risultata condivisa da molte delle categorie del pubblico impiego e dalla componente studentesca; i punti fondamentali espressi nella giornata sono stati: forti aumenti generalizzati per salari e pensioni, introduzione di un meccanismo automatico di adeguamento salariale legato agli aumenti dei prezzi e difesa della pensione pubblica - rilancio del ruolo del contratto nazionale come strumento di redistribuzione del reddito - difesa e potenziamento dei servizi pubblici, dei beni comuni, del diritto a prestazioni sanitarie, del diritto alla casa e all'istruzione; abolizione delle leggi Treu e 30 - continuità del reddito e lotta alla precarietà lavorativa e sociale, con forme di reddito legate al diritto alla casa, allo studio, alla formazione e alla mobilità; sicurezza nei luoghi di lavoro e sanzioni penali per chi provoca infortuni gravi o mortali; fermare il razzismo che, oltre a negare diritti uguali e la dignità delle persone, scarica sui migranti la responsabilità dei principali problemi sociali; restituire ai lavoratori il diritto di decidere: no alla pretesa padronale di scegliere le organizzazioni con cui trattare - pari diritti per tutte le organizzazioni dei lavoratori - difesa del diritto di sciopero.
Da tutti gli spezzoni è uscita una chiara posizione di dissenso nei confronti dell’operato dell’attuale governo e dei passati, oltre alla presa di coscienza della necessità di organizzazione tra le varie anime della protesta, lavoratori, precari, studenti.
Il contributo portato dal mondo universitario è risultato di decisiva importanza, dalla mattina le varie facoltà sono state riempite di materiale informativo e circa in 50000 si sono mossi per raggiungere la partenza del corteo in Piazza Esedra, che ha riportato numeri imponenti, 400000 persone hanno invaso Roma per comunicare i contenuti di un movimento sempre più in crescita.
In Via Labicana le studentesse e gli studenti universitari hanno deciso di proseguire fino al Ministero della Pubblica Istruzione per ribadire l’opposizione alla legge 133, il rifiuto di questo modello di distruzione dell’università pubblica, laica e di massa e per far capire che la crisi attuale non sarà pagata con i pochi fondi destinati alla ricerca.
Si sono quindi susseguiti gli interventi delle varie facoltà in mobilitazione, fino a quando il corteo non ha ripreso la marcia verso l’università, per tornare nuovamente nei luoghi quotidiani con assemblee, volantinaggi ed iniziative.
Ecco il resoconto dell'assemblea del 17 al chiostro:
Ordine del Giorno:
1)Argomenti da proporre alla prima riunione del comitato;
2)Costituzione di gruppi di lavoro.
Durante la discussione sono stati proposti dei possibili punti da discutere durante la prima riunione del comitato, che si terrà Lunedì 20 alle 12:00 nella sala del consiglio della presidenza.
Fissare la data per la prossima assemblea, richiedendo il blocco della didattica, sul modello di quella tenuta Mercoledì 15, per discutere anche con i professori le prossime iniziative;
Programmare delle lezioni in luoghi pubblici per attirare l'attenzione mediatica e sensibilizzare l'opinione pubblica;
Chiedere ai professori di dedicare del tempo, durante le lezioni, per spiegare agli studenti le conseguenze della Legge 133;
Scrivere una lettera ai giornali, firmata da studenti e docenti, esponendo i motivi che ci portano a contestare questa Legge, e per attirare l'attenzione su questo problema.
Istituire un calendario di lezioni di recupero per coloro che sono impegnati nella protesta, e comunicarlo a tutti gli studenti della nostra facoltà;
Istituire un tavolo di lavoro per produrre delle proposte alternative alla Legge 133.
Per organizzare meglio il lavoro è stato deciso di creare dei gruppi di lavoro:
Gruppo Creativo/Eventi: che attualmente si occupa dell'organizzazione di un Aperitivo di sensibilizzazione sia qui che al biennio;
Gruppo Rassegna Stampa: che si occupa dei rapporti con i media, e di raccogliere notizie,
Gruppo Informazione: che si occupa di scrivere i resoconto delle giornate e delle assemblee, e della creazione di materiale informativo;
Gruppo Video: che si occuperà di montare tutti i video girati in questi giorni ed in futuro;
Gruppo analisi della Legge 133/Proposte alternative alla riforma.
Chiunque voglia può unirsi ai gruppi aggiungendosi sul Forum (https://ilchiostro.forumattivo.it), direttamente al Presidio al Chiostro di San Pietro in Vincoli, o nei vari momenti di sensibilizzazione che ci saranno nei prossimi giorni.
La protesta non si arresta, costruiamo un largo fronte con le altre categorie in agitazione.
Ergiamoci tutte e tutti in difesa del diritto allo studio, per una università pubblica.
ingegneria in movimento
federica- Numero di messaggi : 80
Età : 37
Località : roma
Data d'iscrizione : 17.10.08
Argomenti simili
» Nasce la prima Web Radio degli studenti di Ingegneria!
» da che parte stare nei prossimi giorni?
» crisi, repressione & co: APPELLO PER LA COSTRUZIONE DI UNA MOBILITAZIONE CONTRO IL PACCHETTO SICUREZZA
» Resoconto della gionata del 24 Ottobre
» RICHIESTA INGEGNERIA ROMA 3
» da che parte stare nei prossimi giorni?
» crisi, repressione & co: APPELLO PER LA COSTRUZIONE DI UNA MOBILITAZIONE CONTRO IL PACCHETTO SICUREZZA
» Resoconto della gionata del 24 Ottobre
» RICHIESTA INGEGNERIA ROMA 3
Pagina 1 di 1
Permessi in questa sezione del forum:
Non puoi rispondere agli argomenti in questo forum.